Dicesi davanti ad un gran trambusto o disordine, in ricordo di una delle giornate più caotiche della tradizione napoletana: il 4 maggio, giorno dei traslochi.
La sua origine va rintracciata al tempo della dominazione spagnola, quando il viceré Pedro Fernandez de Castro stabilì che tutti i traslochi di Napoli dovessero concentrarsi in un unico giorno dell’anno, e che entro le 18 di quel giorno un inquilino dovesse lasciare la sua abitazione e un altro subentrarne.
Il 4 maggio la città pullulava quindi di carrette colme di valigie, mobili e oggetti impilati, trainati da asini, cavalli e buoi, e le famiglie con animali domestici a seguito giravano così appesantite per le strade, in cerca di una nuova sistemazione.
Illustrazione di Nadia Romero Marchesini
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